L’uomo di Neanderthal è uno dei misteri ancora irrisolto della storia dell’umanità. È stato parte di un processo fondamentale dell’evoluzione dell’uomo prima di scomparire dalla faccia della terra. C’è stato un tempo, decine di migliaia di anni fa, che convivevano diverse specie di Homo sparse per le varie parti del mondo, ma solo una è quella che è sopravvissuta fino ad oggi: l’Homo Sapiens. Gli studi attuali, determinano lo sviluppo e la crescita dell’Homo Neanderthalensis nella zona europea. Inoltre sappiamo che durante il periodo del basso Paleolitico (circa 250mila – 30mila anni fa) Sapiens e Neanderthal hanno convissuto fino a che quest’ultimo si è estinto per ragioni ancora a noi sconosciute. Analisi e studi sul Dna antico condotti nel 2006 da Pääbo avevano sequenziato l’intero genoma del Neanderthal determinando che questi condividevano dall’1 al 4% di varianti genetiche con i soli euroasiatici moderni, rispetto agli afrodiscendenti.

Neancerthal skull from Forbes. Copyright CC
Neancerthal skull from Forbes. Copyright CC

 

La Grotta Guattari ieri
Il 10 maggio 2021 l’Ufficio Stampa di Ateneo dell’Università Tor Vergata di Roma pubblica un’importante notizia di enorme portata: il ritrovamento di nove uomini di Neanderthal della Grotta Guattari. Una storia iniziata nel 1939, quando Carlo Alberto Blanc scopre all’interno della Grotta un cranio integro di Homo neanderthalensis, e ripresa ottant’anni dopo quando ad ottobre del 2019 la Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Frosinone e Latina in collaborazione con l’Università degli studi di Roma Tor Vergata danno il via alle ricerche sistematiche. Sul sito del Governo si legge: “il 24 febbraio 1939 un gruppo di operai al lavoro a poche centinaia di metri dal porto scopre per caso una grotta il cui ingresso era rimasto bloccato e nascosto da un’antica frana. Il giorno seguente sullo scavo arriva il paleontologo Alberto Carlo Blanc. La scoperta appare da subito sensazionale nell’antro terminale della grotta viene ritrovato un cranio ben conservato di un uomo di Neanderthal”.

La Grotta Guattari oggi
“A circa 80 anni da quel giorno, nel 2020, durante la messa in sicurezza della Grotta Guattari, nuove ricerche portano alla luce altri reperti fossili che, dagli studi del 2021, risultano attribuibili a 9 individui neanderthaliani, 8 databili tra i 50 mila e i 68 mila anni fa e uno, il più antico, databile tra i 100 mila e i 90 mila anni fa. Con questa scoperta la Grotta Guattari si conferma uno dei siti preistorici più importanti in Europa e nel mondo per la storia dell’Uomo di Neanderthal”. Oltre questo, la scoperta ha riguardato un lembo di grotta che non è mai stato indagato dai tempi di Blanc. Il ritrovamento di numerosi individui, la maggior parte adulti, è stato di fondamentale importanza per studiare la storia del popolamento d’Italia per capire come viveva, cosa mangiava e con quali animali ha condiviso il territorio. “L’antro dell’Uomo, dove era stata coperto il cranio da Blanc, diventa quindi uno dei siti più importanti al mondo dell’uomo di Neanderthal assimilabile ai siti noti di El Sidron in Spagna e Krapina in Croazia. È la prima vera società “umana” di cui si può parlare. È vero che stavano in gruppi massimo di venti persone che poi man mano che aumentavano si dividevano in gruppi di due, di quattro e di sei. Questo provocava un irradiamento endemico che ha portato questa specie da Gibilterra fino ai monti Altani in Siberia e questo è stato possibile grazia alla tecnologia mirata alla sopravvivenza, una tecnologia molto funzionale. I neanderthaliani sono anche ricordati come cacciatori e raccoglitori, ma in realtà loro sfruttavano il territorio perché ne erano profondi conoscitori. Qui abbiamo scoperto tramite l’analisi al tartaro dentale che avevano una dieta variata con prodotti cereagricolo-vegetariani. Il cervello per funzionare bene deve essere ben nutrito ed è quindi fortemente legato ad una buona alimentazione: migliora l’alimentazione, migliorano i funzionamenti del nostro encefalo. Questo ci insegna la storia dell’uomo. Nella storia dell’uomo, cambiano i regimi alimentari è andato ad arricchire il nutrimento dell’encefalo e quindi la sua funzionalità. Oggi sappiamo che l’encefalizzazione è un fenomeno fondamentale per capire come abbiano fatto a sopravvivere per 300mila anni, c’è un gene che ha determinato il trend evolutivo e ad un certo punto un’attività dello sviluppo dell’encefalo. Encefalizzazione ad un certo punto ha raggiunto il top. E questo gene comincia a regredire a 50mila anni comincia a regredire, nei Sapiens invece si assesta e rimane costante per cui noi siamo sopravvissuti e loro no.” (Mauro Rubini). I reperti fossili registrati nel corso degli scavi sono databili tra i 50mila e i 68 mila anni fa, il più antico è databile tra i 10mila e i 90 mila anni fa. Questi, insieme agli altri due trovati in passato nel sito, portano a 11 il numero complessivo di individui presenti nella Grotta Guattari che si conferma così uno dei luoghi più significativi al mondo per la storia dell'uomo di Neanderthal.

Il territorio
Il promontorio del Circeo è un territorio in provincia di Latina, è un rilievo calcareo alto 541 mt. Secondo la tradizione questo è stato il luogo in cui Ulisse incontra la maga Circe. Ma sono le numerose grotte sul versante tirrenico che lo rendono un luogo di singolare importanza. Infatti grazie ad un crollo di 50 mila anni fa, la Grotta di Guattari ha congelato il tempo per millenni regalandoci una testimonianza importantissima sia dal punto di vista geologico che paleontologico. Infatti, la conformazione della roccia della grotta e i resti di conchiglie ritrovati sulle pareti superiori della roccia, fanno presupporre alla presenza del mare con queste deposizioni concrezionate. Successivamente il ritiro delle acque porta al rinvenimento ad una fase più antica con la presenza dell’uomo di Neanderthal e poi successivamente ad una tana di iene. Lo studio geologico e sedimentologico del deposito sarà importante per capire il cambiamento climatico all’interno della grotta avvenuto tra i 120 mila e i 60 mila anni fa, momento in cui la grotta si chiude naturalmente. Oltre al clima anche le presenze umane e faunistiche, in più il polline permetterà di ricostruire l’ambiente. Con la possibilità di ricostruire la storia non solo della grotta ma anche del Circeo e della collina Pontina, frequentata dall’uomo di neandethal da 300 mila a 50 mia anni, scenario, fauna clima e cambiamenti morfologici del territorio.

Sonia Spiniello
Art Care Expert

 

Bibliografia

http://www.parcocirceo.it/pagina.php?id=30 https://www.prolococirceo.it/it/turismo-san-felice-circeo/turismo-circeo-itinerari-escursioni/il-fascino-e-l-emozione-di-scoprire https://www.treccani.it/enciclopedia/alberto-carlo-blanc_%28Dizionario-Biografico%29/ https://web.uniroma2.it/module/name/Content/newlang/italiano/navpath/HOM/action/showpage/content_id/94050 https://cultura.gov.it/neanderthal https://www.ansa.it/sito/notizie/cultura/arte/2021/05/08/ritrovati-al-circeo-i-resti-di-9-uomini-del-neanderthal_3bc42f75-0bb0-49cd-8a13-cf5ff23ab2bd.html https://www.sciencedirect.com/science/article/abs/pii/S0277379115301487?casa_token=1zNyHI53oXEAAAAA:HSSaLDD5LhqNkLo666gMEamLIECapn6-nrom-4yCyN-7fiuqfIOFc0safJMW8aSPekWVNyuwkgo http://www.unina.it/-/1327523-sequenze-di-dna-svelano-l-identikit-dell-uomo-di-neanderthal https://www.ansa.it/canale_scienza_tecnica/notizie/biotech/2021/06/25/scoperti-nuovi-cugini-delluomo-_3778ceba-b6bd-46c4-b580-97a96c607ec4.html