Il legno è uno dei materiali più sperimentati e, nonostante sia di origine organica, con le sue proprietà sfida i secoli e i millenni. Quando si parla di legno però bisogna considerare l’estrema varietà dei suoi comportamenti. Basti pensare alle differenze spesso notevolissime che intercorrono tra le caratteristiche fisiche e meccaniche non solo di due specie diverse, ma anche alle differenze all’interno di una stessa categoria. Si consideri ad esempio la differente lavorabilità tra due sezioni di uno stesso albero, o la diversa stabilità di fronte a cause e agenti di degrado tra l’alburno e il durame. 

L'esposizione ai raggi UV

 Soffermiamoci ad esempio sulle alterazioni che manufatti di specie legnose differenti possono presentare come conseguenza all’esposizione ai raggi ultravioletti.

 

Col tempo il legno può andare incontro ad un processo di invecchiamento dovuto all’esposizione alla luce. Tanto più diretto e massivo è l’assorbimento dei raggi UV, tanto più saranno evidenti le alterazioni del colore. Ciò che accade durante l’esposizione alla luce, è che gli UV provocano un effetto fotocatalitico diventando degli attivatori del processo di ossidazione con conseguente decomposizione della lignina ed eventuali estrattivi (resine, tannini etc.).

Legni chiari e legni scuri

Dipendentemente dal tipo di legno si hanno come conseguenza due tipologie di alterazione differenti: per i legni chiari (come il pioppo, salice, abete, betulla, pino, tiglio e l’alburno del larice) si ha un ingiallimento che vira poi al giallo-bruno; mentre per i legni scuri o per il legno di durame scuro (come il noce, olmo, tasso, quercia, ebano, palissandro, durame di pino e larice, teak) si ha invece una decolorazione, e successivamente, sia per i legni chiari che per quelli scuri, la tendenza ad assumere una colorazione grigiastra uniforme. Ovviamente questo fenomeno di alterazione del colore naturale si ha prevalentemente quando il manufatto è collocato all’esterno in siti luminosi, ma può verificarsi anche in ambienti interni, se il manufatto non è correttamente esposto.

Qualche consiglio

La luce solare non dovrebbe mai cadere direttamente sui materiali in legno. Avete mai notato la differenza di colore di un parquet esposto davanti ad una finestra da quello che rimane protetto sotto un tappeto? Essendo l’alterazione di colore percettibile all’occhio umano, difficilmente le differenze passano inosservate. In genere si notano nelle abitazioni o spazi espositivi dov’è assente (o lo è stato per molto tempo) un sistema di tendaggio coprente o coperture anti UV. Si tratta di un processo d’alterazione inesorabile, che modificando il colore lentamente, rende difficile riconoscere l’importanza della prevenzione a lungo termine. Un’altra accortezza è quella di ruotare frequentemente il manufatto in modo che non rimanga esposto in modo permanente nella stessa posizione.

Risulta molto importante per un fine conservativo, la presenza della pellicola pittorica, che può essere rappresentata ad esempio da una vernice con l’effetto di inibire il processo di alterazione fungendo da strato sacrificabile. 

E’ quindi importante ribadire che il legno è davvero un materiale straordinario, con una composizione e delle caratteristiche che permettono la sua - estremamente lunga - durabilità. Questo è però vero se vengono mantenute condizione igieniche idonee per il legno stesso, se l’ambiente e gli stress termici sono monitorati e gestiti correttamente. In queste condizioni allora sì che il legno può davvero sfidare secoli e millenni.  

Eda Murtic
Art Care Expert

 

Bibliografia

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